Le aziende florovivaistiche lamentano un notevole disagio per quanto riguarda l’abusivismo e il lavoro nero. Mercoledì 5 settembre scorso presso la sede dell’Associazione Florovivaisti Bresciani ha avuto luogo un incontro promosso dal Consiglio Direttivo tra le aziende associate sul tema dell’illegalità nel settore florovivaistico. Le aziende florovivaistiche lamentano un notevole disagio per quanto riguarda l’abusivismo e il lavoro nero.
Oltre alla crisi economica che sta letteralmente stroncando un settore che, soprattutto in Lombardia, ha vissuto anni di forte crescita, si aggiunge anche l’aumento di manodopera improvvisata (spesso anche ben organizzata) e soprattutto abusiva a tariffe di gran lunga inferiori alla norma. I cittadini e le aziende devono sapere che nel rivolgersi ad un lavoratore abusivo, condannano le imprese che lavorano legalmente rispettando norme e regole, e di conseguenza le famiglie dei collaboratori alle proprie dipendenze,creando ulteriore altra disoccupazione.
E’ stato ribadito, che il Committente deve sapere che il lavoro delle aziende che operano nella legalità è certificato da corsi di formazione sulla sicurezza, da qualifiche che dimostrano le competenze professionali, ma soprattutto in regola con la contribuzione agli enti preposti. Sia l’imprenditore agricolo che l’artigiano del verde sono figure riconosciute nel mercato del lavoro con precise responsabilità, adempimenti nei riguardi degli obblighi di legge e competenze in termini di materiali, mezzi d’opera e, non da ultimo, professionalità ed esperienza.
Affidarsi pertanto a novelli “prestigiatori” del settore (ndr: pensionati effervescenti o jardiniers riciclati da altri comparti economici) non solo può riservare sorprese negative sulla qualità del lavoro eseguito ma può addirittura causare veri e propri danni biologici al verde, privato o pubblico, che possono essere sanzionati mediante un’apposita perizia agronomica e riconosciuti in Tribunale.
Indipendentemente dalla tipologia di intervento che si vuole realizzare in giardino, sia esso di costruzione oppure di manutenzione, il committente – privato o pubblico – deve sempre ricordare che di questo risulta responsabile davanti alla legge. Il codice civile e penale indica chiaramente che il committente, nel caso di accadimenti negativi nella sua proprietà, è corresponsabile per l’azione e le conseguenze di coloro che ha chiamato ad operare.
Il singolo cittadino deve sapere che affidare un lavoro a persone “non in regola”, non solo mette in gioco la sopravvivenza delle imprese, ma lo pone nella condizione di danneggiare se stesso. In caso di infortunio ,di danno a terzi a persone e/o cose il diretto responsabile è colui che ha commissionato il lavoro.
Le Amministrazioni pubbliche devono essere consapevoli che offerte al massimo ribasso, non possono che celare qualche incongruenza nella risposta all’appalto, da qui lavori non fatti a regola d’arte ,o forniture non rispondenti alle richieste, o nella più malaugurata casistica non adempiente alle norme prescritte.
In occasione dell’incontro si è più volte ribadito che un prezzo basso non è sinonimo di un guadagno basso, bensì di qualche carenza lungo la “filiera” di lavorazione e/o produzione. Da qui molto frequentemente si evincono atteggiamenti poco congrui alla legalità. Emerge la necessità di far acquistare prodotti locali, incentivando la produzione bresciana piuttosto che quella proveniente dai paesi del nord Europa, che senza dubbio aiuterebbe le nostre aziende a continuare a produrre piuttosto che chiudere.
Chi acquista un fiore o una pianta, conservata in un luogo non adatto (luogo chiuso privo di luce naturale), potrà anche acquistarla a minor prezzo, ma con grande probabilità la durata potrà essere inferiore allo stesso acquisto effettuato presso un garden center specializzato nella produzione dell’essenza, senza dimenticare i consigli degli esperti nel proporre una pianta o un fiore piuttosto che un altro.
La richiesta dell’assemblea è stata quella di interessare l’opinione pubblica riguardo la problematica, e quella di invitare le istituzioni, ad agire dal punto di vista legislativo, rendendosi disponibili al dialogo con gli imprenditori e produttori del verde, alleggerendo il peso fiscale, sburocratizzando le aziende in maniera concreta, per poter permettere alle nostre aziende di rendere accessibili a tutti le nostre prestazioni, i nostri lavori e i nostri prodotti, e quindi ridurre l’evasione fiscale.
E’ bene ricordare che il florovivaismo della nostra regione e soprattutto della nostra provincia, vanta oltre 1200 addetti che fanno di questo settore una vera eccellenza italiana, con importanti aziende cresciute negli anni che oggi esportano prodotti in tutta Europa. L’obiettivo dell’Associazione Florovivaisti Bresciani è quindi quello di lavorare per creare un’inversione di tendenza, sensibilizzando il più possibile cittadini e amministrazioni pubbliche, per far capire quanto è alto il grado di responsabilità di ognuno nel sostegno della legalità.
2 ottobre 2012
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