MG Marketing Giardinaggio

Produzione

Emergenza contraffazione

12 Novembre 2012

Un caso eclatante vissuto dalla Cifarelli. Un atomizzatore replicato da aziende cinesi. Le foto che abbiamo pubblicato sono inquietanti. L’innovazione tecnologica è necessaria per l’industria meccanica. Alcune industrie la sviluppano con investimenti onerosi, altre l’acquisiscono senza alcuno sforzo, limitandosi ad una copiatura dei prodotti altrui. La stessa costruzione del “brand”, che per alcune imprese consiste in un lungo lavoro di accreditamento e di sviluppo delle qualità aziendali specifiche, per altre si limita ad una grossolana imitazione. Il problema della contraffazione è stato affrontato nel contesto di EIMA International, la grande rassegna internazionale della meccanizzazione per l’agricoltura e il gardening, con un incontro dal titolo “Emergenza contraffazione: dati e strategie”.

L’incontro è stato focalizzato sul settore delle macchine per il giardinaggio e la cura del verde – uno di quelli maggiormente afflitti dal problema della contraffazione e della concorrenza sleale da parte soprattutto di quei Paesi asiatici che realizzano prodotti a basso costo – e ha visto la partecipazione di Guy Van Doorslaer, Segretario Generale della EGMF, l’associazione europea dei costruttori di macchine per il Garden, e di Renato Cifarelli, imprenditore e Consigliere del Comagarden (associazione costruttori macchine per il giardinaggio).

Dopo la descrizione, fatta dal Segretario dell’EGMF, sul ruolo che l’organizzazione europea degli imprenditori può svolgere nella sorveglianza di mercato, e sulla consistenza del fenomeno della contraffazione, pericoloso non soltanto sotto il profilo della concorrenza ma sotto il profilo della sicurezza per gli operatori e dei requisiti complessivi di qualità dei prodotti, l’incontro ha preso in esame alcuni casi concreti. La testimonianza di Renato Cifarelli, titolare della omonima industria produttrice di atomizzatori, soffiatori e scuotitori, è emblematica della situazione del comparto e rappresenta idealmente le molte aziende italiane ed europee che subiscono il danno della contraffazione.

I grandi investimenti che un’impresa deve fare per la ricerca e l’innovazione – ha spiegato Cifarelli finiscono per avvantaggiare quelle aziende parassite che, copiando di sana pianta i prodotti, sviluppano una propria gamma senza alcuno sforzo. Difendersi è molto difficile per i costruttori – ha proseguito Cifarelli – perché comporta un impegno imponente in termini di spese legali, di costi per il deposito e il mantenimento di marchi e brevetti, di costituzione in sede giudiziaria in Paesi spesso molto lontani”.

Un caso eclatante vissuto dall’azienda di Voghera è quello di un atomizzatore (vedi nella Galleria Fotografica) che è stato replicato e immesso sul mercato mondiale da aziende cinesi, con la stessa identica struttura e forma, gli stessi colori e persino la stessa grafica del marchio. “Fare causa in questi Paesi è un’impresa impossibile – spiega Cifarellima anche in Italia si hanno problemi nel portare avanti le questioni giudiziarie, soprattutto per i tempi della giustizia. Attualmente abbiamo una causa brevettuale in corso – conclude Cifarelli – che è stata avviata nel 2004, che ha avuto la prima sentenza nel 2009 e per la quale sarà possibile l’udienza d’appello non prima del febbraio 2014”.

Fotogallery

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16 novembre 2012

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