Il tema proposto da Orticolario 2012 sarà “Emozioni sonore“: un viaggio attraverso i suoni e i rumori del giardino. Sarà il “giardiniere coraggioso” Stefano Passerotti a coordinare il gruppo dei creativi impegnati a disegnare il contenitore che accoglierà la quarta edizione di Orticolario (5-7ottobre) a Villa Erba, sul Lago di Como. La nuova edizione si propone di stimolare il pubblico attraverso i percorsi più suggestivi, in un intreccio di sensi che andrà a privilegiare l’udito. Il tema proposto sarà, infatti, “Emozioni sonore“: un viaggio attraverso i suoni e i rumori del giardino, alla ricerca di suggestioni che originano dalla natura e dalla località tanto amata da Luchino Visconti. Per questo Orticolario vedrà la collaborazione di Stefano Passerotti.
Fiorentino e figlio d’arte, Stefano Passerotti deve gli insegnamenti per la vita e per il lavoro al nonno Salvatore e al padre Oliviero, e ha stabilito il suo laboratorio permanente al Poggio Imperiale, dove progetta e sperimenta soluzioni al limite del possibile.
Ricavato in un terreno posto in una delle più nobili aree paesaggistiche della Firenze moderna, quella che dall’asse barocco del viale della Villa del Poggio Imperiale si apre verso il capolavoro paesaggistico poggiano del viale di colli, annesso alla limonaia della storica Villa dell’Imperialino, il giardino sonoro del cinquantenne Stefano Passerotti rappresenta dal 2001 un esempio di sensibilità contemporanea, che si coniuga con lo stesso rigore di questa tradizione secolare.
Niente fertilizzanti e tantomeno diserbanti o pesticidi: i metodi di agricoltura naturale e il Dharma sono le regole del giardiniere fiorentino dallo spirito libero. Contrario all’irrigazione artificiale, Stefano Passerotti sostiene il ciclo naturale anche per risparmiare l’uso di uno dei beni più preziosi in natura: “Cosa succederà quando avremo finito di pompare tutta l’acqua sotterranea? Dato che il sale sotterraneo viene portato in superficie e concentrato nelle acque di irrigazione, il periodo di tempo in cui si vuol far crescere una pianta è molto più corto di quanto ci si dovrebbe aspettare. Non bisogna ignorare la via del cielo, il ciclo naturale. La pioggia deve cadere da sopra e non da sotto”. E ancora, per le lavorazioni delle piante “niente attrezzi elettrici o a scoppio, perché la loro violenza lacera le foglie: solo attrezzi manuali, forbici, forbicioni, vanghetti”.
Nel 2003, Stefano Passerotti completa la prima versione del suo Giardino Sonoro: sole acqua aria e suono. Durante un recupero di un parco storico, la conoscenza di artisti del suono crea un connubio nuovo: “Ho voluto realizzare giardini come luogo di interazione tra oggetti suonanti e specifiche tipologie botaniche”. Nel giardino “laboratorio” si potranno continuare a sperimentare soluzioni tecniche, materiali ed estetiche, in un’ibridazione continua tra natura e artificio.
Così, “il giardino sonoro è anche un’oasi in cui accordare e tentare un’armonizzazione della propria percezione della città. Una, tre, dieci di queste oasi potrebbero risanare il caos di una vasta area urbana”.
Stefano Passerotti lavora dove un giardino chiede di essere trasformato dal suo pensiero paesaggistico. Ha realizzato i suoi progetti in Italia, Francia , Svizzera USA e persino in Senegal. Ha partecipato con proprie realizzazioni al Festival Internazionale dei Giardini di Cha9213umont (F), ad Hampton Court e a BBC Gardeners World Live (GB) alla Noche en Blanco di Madrid e a Bilbao Jardin (E), oltre che alla Biennale di Venezia sull’Isola di S.Erasmo.
Nella foto in alto: Stefano Passerotti
2 maggio 2012
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