MAKITA IN VIAGGIO IN GIAPPONE
Makita, multinazionale giapponese, quale paese poteva scegliere come meta per il viaggio incentive per la divisione Giardino? Il Giappone. Obbligatorio. Così, il 17 ottobre sera 70 persone erano pronte a Milano Malpensa per l’avventura: i migliori clienti Makita Garden ed alcuni tra i più bravi agenti Giardino. Il volo, un po’ lungo in verità, non ha spento gli entusiasmi. Otto giorni d’immersione nella cultura giapponese. “L’obiettivo, riuscitissimo per noi, era quello di vedere e conoscere quanto più possibile questo straordinario, e per certi versi misterioso e ammaliante paese“, afferma Danio Turotti, direttore commerciale della divisione giardino Makita.
Le città visitate sono state Kyoto (l’antica capitale storica, con le sue centinaia di templi e il famoso tempio d’oro), Nagoya, Hakone e Tokyo. Le visite hanno riguardato, grazie al treno veloce “shinkansen” preso più volte, gli stabilimenti produttivi della casa madre Makita ad Anjo (Makita nasce come azienda produttrice di utensili elettrici per diventare leader mondiale di questo settore) e la Makita Numazu che, con l’acquisizione del 2007, fa parte del nostro gruppo e produce “i migliori decespugliatori, tagliasiepi e soffiatori a 2 e 4 tempi che offre il mercato“. Lì sono state viste in azione tutte le macchine attualmente in gamma, oltre alle novità di futura immissione sul mercato.
“Mi è molto piaciuta la storia, raccontataci dalle nostre guide, del treno ad alta velocità giapponese – racconta Rosalba Surico, responsabile marketing della divisione giardino Makita – il primo è nato nel 1964, la sua massima velocità era di 200 km orari e in Giappone fu chiamato “eco”. Dieci anni più tardi ne è stata progettata l’evoluzione: 250 Km massimi circa e, per ovvi motivi, i giapponesi l’avevano chiamato “luce”. Qualche difficoltà c’è stata per attribuire un nome all’attuale treno che raggiunge, ormai da circa tre anni, i 350 Km orari (cosa c’è più veloce della luce?) così si è pensato di chiamarlo “speranza”.
Dopo la storia di Kyoto – la traduzione letterale giapponese è “capitale centrale” – è stata la volta di Nagoya, la città dei grattacieli. Per comprendere in toto la cultura giapponese occorreva però arrivare ad Hakone, rinomata città termale dove il gruppo è rimasto una notte ed un giorno nel puro stile giapponese: kimono, ciabattine, terme d’acqua calda sulfurea, tatami (stuoie di paglia di riso intrecciate). Poi tutti a cena con il kimono e con i tipici tavolini bassi. Magari un po’ scomodi, ma in compenso quanto divertimento e risate!
Dulcis in fundo la notte sul futon, il letto tradizionale giapponese. In serata, giochi di società e karaoke. C’è chi ricorderà con piacere questi momenti. Il giorno dopo tutti pronti per la visita del divino monte Fuji. Bello e imperdibile. A chiudere il viaggio non poteva che essere Tokio, in lingua giapponese “capitale dell’est”. Il massimo per tecnologia, lusso, per i suoi grattacieli di ogni altezza e forma.
Sono stati utilizzati tutti i mezzi di trasporto disponibili: lo shinkansen (il treno ad alta velocità), il trenino panoramico telecomandato senza autista a bordo, la funivia per visitare il divino monte Fuji, aereo, macchina, pullman. Insomma, Makita non si è fatta mancare niente. Tanto che all’amministratore delegato di Makita, dottor Oritaka, i 70 clienti durante il viaggio di ritorno in aereo ponevano una sola domanda: «Dove andremo nel prossimo viaggio?».
Novembre 2009