Un confronto tecnico-scientifico tra gli addetti ai lavori forestali, per un’occasione di aggiornamento professionale I lavori in bosco sono riconosciuti essere fra i più onerosi e pericolosi, poiché sono continuamente esposti a differenti rischi e a notevoli probabilità di infortuni.
In tale contesto si inserisce la necessità di un sistema di gestione della sicurezza che, richiedendo differenti livelli di intervento nei confronti dei diversi soggetti coinvolti, ne stabilisca anche i livelli di responsabilità legale.
Questi sono stati i temi discussi dal workshop “Cantieri forestali e sicurezza in bosco: realtà e prospettive”, un contributo proposto, in occasione di Agrilevante, salone biennale dedicato all’innovazione tecnologica delle macchine e attrezzature agricole, agroalimentari e forestali, dal Dipartimento di Scienze Agro-ambientali e Territoriali (DISAAT) dell’Università di Bari.
Un confronto tecnico-scientifico tra gli addetti ai lavori forestali, nonché una specifica occasione di aggiornamento professionale per coloro che operano in ambiti lavorativi non regolamentati, come appunto gli operatori forestali, anche alla luce delle recenti normative (UNI 11660).
“L’introduzione sempre più spinta della tecnologia da parte delle imprese forestali non può prescindere dalla sicurezza degli operatori – ha sostenuto Raffaele Cavalli, direttore del Dipartimento TESAF dell’Università di Padova – e l’una e l’altra sono strettamente legate alla formazione degli operatori, i quali non devono accedere a un cantiere se non adeguatamente formati”.
Particolarmente importante è il training formativo sul corretto utilizzo della motosega e dei dispositivi di protezione individuale alla luce dell’attuale normativa.
“L’utilizzo della motosega può diventare molto pericoloso senza un’adeguata preparazione – ha sottolineato Danilo Monarca del Dipartimento DAFNE dell’Università della Tuscia-Viterbo – ed è un fatto che anche chi ha lavorato con tale macchina per anni commette errori fonte di pericolo”.
“L’operatore addetto alla motosega deve prima conseguire l’idoneità psico-fisica e anche mentale a questo lavoro – ha aggiunto Monarca – e per questo il percorso formativo dell’operatore forestale deve comprendere una parte teorica e una parte pratica, ben più corposa e indispensabile. In aula un docente dovrà avere non più di 20 futuri operatori, e nel bosco un istruttore dovrà seguirne non più di cinque”.
“Dannoso per gli operatori è anche il rumore, perciò è decisiva la protezione dei lavoratori contro i rischi di esposizione a esso durante il lavoro – ha evidenziato Paolo Balsari, direttore del Dipartimento DISAFA dell’Università di Torino – e ad un livello di decibel superiore a 80 l’utilizzo di otoprotettori adeguati è consigliabile, ma fra 85 e 87 è indispensabile (oltre 87 si è fuori legge). Gli otoprotettori utilizzabili sono le cuffie auricolari, gli inserti sfusi con cordino, gli inserti con archetto”.
17 ottobre 2017
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