Il Gruppo Emak, player di riferimento a livello mondiale nell’offerta di soluzioni innovative per il giardinaggio, l’agricoltura, l’attività forestale e l’industria, è tra i 225 migliori datori di lavoro per donne in Italia.
Lo afferma lo studio condotto dall’Istituto Tedesco Qualità e Finanza ITQF e dal suo Media Partner La Repubblica Affari&Finanza che ha raccolto 10.671 valutazioni da parte di 5.465 persone per indagare il valore e il rispetto del lavoro al femminile. Tramite un panel, i partecipanti hanno potuto rispondere a 18 domande su tre macro-temi: l’ambiente di lavoro (a cui è stato attribuito un peso del 20%), l’attenzione alla famiglia (20%) e le politiche aziendali riguardanti espressamente le donne (60%).
In seguito all’emergenza sanitaria, che ha forzato l’implementazione della modalità di lavoro agile, l’importanza del work-life balance ha assunto sempre più rilevanza. Per il Gruppo Emak il benessere delle persone rappresenta una priorità, per cui sono stati adottati degli strumenti di welfare aziendale volti ad assicurare ai dipendenti un buon equilibrio tra vita privata e professionale, come gli accordi individuali di smart working e il sistema di flessibilità oraria in ingresso e uscita. Inoltre, diverse società del Gruppo riconoscono il part-time ai genitori di figli piccoli, per soddisfare le esigenze di cura della famiglia.
“Siamo orgogliosi – commenta Guido Ghinazzi,Direttore HR di Emak – di essere una delle 29 aziende italiane del settore meccanico dove le donne sono più felici di lavorare. Molto è già stato fatto in termini di work-life balance e di parità salariale, ma il nostro impegno è di continuare a lavorare per promuovere la gender equality a ogni livello dell’organizzazione e garantire il miglior ambiente di lavoro in cui le nostre colleghe possano sviluppare i propri talenti.”
Il Gruppo si impegna a tutelare la diversità e a garantire pari opportunità, promuovendo la crescita personale, professionale e culturale delle persone, senza attuare né dare sostegno ad alcuna forma di discriminazione. I processi di ricerca e selezione prevedono l’inserimento di candidati donne in tutti i casi in cui i profili siano coerenti con le ricerche in corso.
