Sapete quante ore svolge un ragazzo delle superiori per il progetto di alternanza scuola lavoro? Probabilmente più di quelle che le Regioni ritengono sufficienti per formare un professionista del verde, una figura in grado anche di diagnosticare e curare patologie fitosanitarie.
Facendo un passo indietro: da circa 4 anni, le associazioni,i distretti congiuntamente, con le organizzazioni sindacali (Coldiretti, Confagricoltura, Cia e Confartigianato) stanno lavorando per dotare il settore del florovivaismo di una idoneità professionale, che possa dare forza al comparto, garantendo professionalità e competenze minime per svolgere la professione.
Uno strumento fortemente voluto e richiesto dal settore intero, anche per far emergere il sommerso, oltre che per fornire una qualificazione di un mestiere, uno dei pochi che ad oggi non è riconosciuto.
Nel luglio 2016 tale riconoscimento sembrava “in discesa”, visto quanto approvato nel Collegato Agricolo (Articolo 12 della legge 154 del 2016 per l’idoneità professionale di manutentore del verde), che doveva fornire alle Regioni i contenuti per i decreti applicativi regionali in merito al riconoscimento della figura professionale del “giardiniere”.
E invece, contrariamente alla tendenza che vede crescere forte una sensibilità dell’opinione pubblica e della politica nei confronti del verde, tanto da far nascere il termine di “rinascimento” del verde, le Regioni rispondono in modo inaspettato, contrapposto e totalmente insoddisfacente.
Dal testo discusso il 18 maggio tra le Regioni a Roma, emerge che per riconoscere la figura professionale del manutentore del verde basteranno di fatto un corso di 50 ore (di cui almeno la frequenza dell80%), la maggiore età e nessuna esperienza, di fatto paragonando tale “percorso formativo” a titoli di scuola secondaria di secondo grado e anni di esperienza: questi ultimi infatti saranno esentati dalla frequentazione del corso di formazione da 50 ore.
Tradotto: 50 ore di corso valgono quanto anni di esperienza sul campo e di studio, giardinieri entrambi, certo non è questa la risposta che si aspettava il comparto.
Le associazioni, i distretti e tutte le organizzazioni sindacali, sperano ora di trovare un punto di forza nell’assessorato all’agricoltura di Regione Lombardia, per ottenere dal legislatore una nota di chiarimento che possa mettere in condizione il dirigente regionale di applicare quanto chiesto dalle associazioni, oppure di chiedere una modifica dell’articolo 12, consci del fatto che solo la rappresentanza regionale, ai tavoli nazionali preposti, può farsi carico delle istanze che i suoi imprenditori presentano.
Nel frattempo le associazioni di settore hanno proposto di congelare il processo fino a chiarimenti; questo atteggiamento comporta il rischio di essere considerati fuorilegge, ma è un rischio che le associazioni di categoria si sentono di accollarsi, pur di ottenere una idoneità professionale per il settore di cui andare orgogliosi.
La ferma intenzione è dunque quella di proseguire nella strada intrapresa per ottenere in tutti i modi il riconoscimento professionale che spetta al mondo dei manutentori del verde.
13 giugno 2017
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