A distanza di sette anni dalla sua riapertura, che ha reso nuovamente fruibili le oltre 1.500 opere e i 600 reperti archeologici custoditi, la Casa Museo Pogliaghi al Sacro Monte di Varese adesso vuole mettere mano al giardino per potenziare la propria offerta culturale: un parco di quasi un ettaro, caratterizzato da un giardino all’italiana, grandi e imponenti alberi e impreziosito da opere d’arte.
L’area verde, che circonda l’edificio eclettico voluto dallo stesso Pogliaghi come sua residenza alla fine dell’Ottocento, rappresenta non solamente un importante patrimonio naturalistico, ma anche una grande occasione per ampliare la proposta culturale della Casa Museo.
Per rendere fruibile l’intero parco, la Casa Museo Pogliaghi ha avviato una raccolta fondi attraverso il bando Arte&Cultura di Fondazione Comunitaria del Varesotto. L’obiettivo è restituire al pubblico questo importante patrimonio ambientale e culturale, attraverso interventi mirati di pulizia, manutenzione e ripristino.
“Dopo i lavori di restauro che portarono alla riapertura della Casa Museo nel 2014 – spiega Elena Castiglioni di Archeologistics, realtà impegnata nella valorizzazione dei beni culturali cui la Veneranda Biblioteca Ambrosiana ha affidato la gestione della Casa – e che in tutti questi anni hanno permesso a oltre 40 mila visitatori di ammirare il modello in gesso della Porta del Duomo di Milano, forse l’opera più conosciuta di Pogliaghi, ma anche la sua sterminata collezione di opere e oggetti storici, è arrivato il momento di valorizzare il parco“.
“Con i lavori del 2014– continua Elena Castiglioni – è stato sistemato anche il parterre di ingresso del giardino all’italiana che costituisce oggi la magnifica porta di ingresso della Casa Museo. Ma è solamente una porzione del parco. Nei suoi 10 mila metri quadrati di estensione sono collocate piantumazioni effettuate dallo stesso Pogliaghi a partire dagli anni 80 del XIX secolo. Tra le essenze arboree ormai secolari sono presenti Cedro, Faggio rosso, Tuia, Bosso in siepe, Palme e Tasso, ma anche Acanto, Bergenia e Rosa banksiae. Inoltre, l’intera area verde presenta opere disseminate nel verde: si tratta di manufatti antichi, prevalentemente di epoca romana, oppure copie di mano dello stesso Pogliaghi o ancora opere originali dell’artista. Restituire al pubblico il parco significa non solamente recuperare un importante patrimonio storico-ambientale, ma anche migliorare l’offerta con iniziative destinate al coinvolgimento dei giovani e delle famiglie. Il progetto è infatti finalizzato a creare nuovi spazi di visita e di partecipazione attiva in un contesto di alto valore ambientale e culturale“.
Aderire alla raccolta fondi è semplice e permette di scegliere il tipo di intervento da sostenere: la pulizia, il riordino della parte non ancora accessibile del parco e la manutenzione, ottenendo dei piccoli “pass” per le future iniziative e visite.