Uomo tutto d’un pezzo Gaetano Patierno. Figlio d’antichi valori. Genuini come la sua terra di Puglia, come la sua famiglia. Una sfida continua la sua vita, anche prima di diventare il general manager di Zanetti Motori con la sua Prai Group.
Sempre faccia a faccia col mercato, da tre generazioni. Coi problemi di tutti i giorni, con i freni del periodo. Sempre a cuore aperto coi rivenditori, sempre a guardare avanti. Meglio se respirando l’aria del suo amato mare, fra un libro di Neruda o di Garcia Marquez ed una telefonata di lavoro.
Sempre a petto in fuori, sempre guardare tutti negli occhi. Quarantotto anni compiuti il 15 aprile, nato lo stesso giorno di Leonardo Da Vinci, l’innovazione nel sangue e tante idee in testa.
Patierno, com’è nata la scelta di chiamarvi Prai?
In partenza la Prai è nata con lo scopo di distribuire ricambi, per cui l’acronimo di Patierno Ricambi Agricoli e Industriali.
Il prossimo vostro passo?
Rilanciare la MAB, azienda di produzione di motocoltivatori, motofalciatrici, motozappe, acquisita alcuni mesi fa.
I vostri progetti per il medio-lungo termine?
La costruzione di un nuovo opificio industriale grande abbastanza per contenere le tre anime dell’azienda: Zanetti Motori, MAB e PraiParts. Più lo sviluppo di alcune nuove macchine innovative nel campo della piccola agricoltura e giardinaggio e l’espansione del mercato estero.
Quel che proprio non può mancare nel vostro rapporto col rivenditore?
La condivisione dei problemi post-vendita, essenziale per mantenere il giusto stato di consapevolezza della qualità dei nostri prodotti e del servizio offerto.
Regola dell’imprenditore: dalle difficoltà possono nascere grandi opportunità. A voi quando è successo?
Einstein ha dichiarato che “Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia”. L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla. Per noi il momento più critico è stato il passaggio dal 2018 al 2019, uno sfortunato cambio del software gestionale aziendale più alcune defezioni per motivi di salute di alcuni dipendenti-chiave e di contro un trend di crescita di fatturato da gestire hanno messo a dura prova tutto il team rimanente. Ma grazie alla grande forza di volontà, alla forte dedizione e ad un encomiabile spirito di squadra di chi è rimasto abbiamo superato anche questa sfida.
A proposito, il 2022 sarà davvero così complicato come sembra?
Ritengo di sì, stiamo assistendo ad una continua destabilizzazione della supply chain, senza voler fare i complottisti. Ritengo che tutta questa incertezza negli approvvigionamenti sia il frutto di una manipolazione e speculazione su grande scala. A differenza della crisi del 2008, in cui ci fu una contrazione dei mercati e dell’offerta, dal 2021 stiamo assistendo ad un aumento della richiesta che vede sull’altro piatto della bilancia una contropartita preoccupante ed ingiustificabile di aumenti di costi delle materie prime, quasi senza precedenti. Inoltre la guerra in atto tra Russia e Ucraina non lascia intravedere nulla di buono all’orizzonte.
Possibile “rassicurare” in qualche modo il rivenditore? Come?
Lo rassicurerei dando un consiglio: fare più magazzino e investire negli approvvigionamenti. Strano a dirsi, ma mai come in questo periodo a mio parere bisogna chiedere questo sforzo per rassicurare il mercato.
Il prodotto Zanetti in cui più s’identifica?
Senza ombra di dubbio il generatore Leonardo Inverter, tanto semplice quanto innovativo.
La prossima grande partita sul mercato che vorrà vincere qual è?
Sviluppare nuovi prodotti che rendano più semplici e brevi alcuni lavori che tutt’oggi richiedono tempo e fatica. Ci sono delle belle idee che andrebbero sviluppate….
La più importante che invece ha già vinto?
Aver raggiunto quote di mercato importanti, con il nostro brand Zanetti Motori che è ormai un marchio di riferimento nel settore dei motori e delle piccole macchine per l’agricoltura e il giardinaggio.
Il più grande insegnamento ricevuto? Chi gliel’ha dato?
Mio padre: piedi sempre per terra e voglia di scoprire e mettersi in gioco. Sempre. Ed a qualsiasi età.
Il più grande che vorrà dare alle prossime generazioni?
Restare fedeli a se stessi, non tradire mai le proprie ambizioni. Neanche per tutto l’oro del mondo. La felicità è costruire la propria vita con le proprie scelte, idee e ambizioni.
Il suo più grande orgoglio?
Mia figlia Gaia.
Il viaggio indimenticabile?
Ne ho fatti tanti, ognuno mi ha lasciato un piccolo segno. Forse quelli fatti per lavoro con mia sorella, nonché cofondatrice e socio dell’azienda. Una giusta alchimia di entusiasmo, complicità e voglia di conoscere.
L’angolo in cui ama rifugiarsi nei momenti di relax?
Il mare, quando posso, oppure passeggiare nella natura. Qualunque sia. Una pineta, un campo aperto o anche accarezzare e godere delle fuse del nostro gatto Bea che mi fa compagnia al lavoro.
Può invitare a cena tre personaggi famosi, anche del passato. Chi sceglierebbe?
Leonardo Da Vinci, Bettino Craxi, Mahatma Gandhi.
La sua Puglia più autentica qual è?
La Puglia è un mix di paesaggi. Senz’altro il mare con il suo sublime profumo sprigionato dalle onde che si infrangono sugli scogli di Giovinazzo, località balneare a cui è legata la mia infanzia, piuttosto che le gravine molto simili a canyon, scavate dai corsi d’acqua piovana, del mio paese di residenza Gravina in Puglia. E poi le distese di ulivi secolari. E la Murgia, paesaggio carsico molto affascinante.
Le tre canzoni colonna sonora della sua vita?
Don’t stop till you get enough, Notte prima degli esami, Englishman in New York.
Il giorno più bello di tutti?
In assoluto quando è nata mia figlia.
Il suo più grande difetto?
Tanti, la testardaggine uno dei più grandi.
Si racconti in tre aggettivi…
Sognatore. Sornione. Curioso.
Piatto preferito?
I miei gusti cambiano come cambia il mio umore. Direi in ogni caso i piatti semplici della mia Puglia. Il pancotto con verdure è comunque quello che gradisco in ogni stagione e in ogni stato d’animo.
Il suo più grande amico?
Ne nominerei due: Luigi e Mimmo. Due caratteri diversi da me. Ci vediamo raramente, ma c’è una forte stima reciproca che lega me a entrambi e una grande complicità nonostante le grandi differenze tra il mio e il loro carattere. I classici poli opposti che si attraggono.
Come trascorre il tempo libero?
Purtroppo ne ho poco. Quando posso mi dedico al nuoto, alle uscite fuori porta con la famiglia, alle passeggiate all’aria aperta.
Le grandi regole della sua vita?
Una su tutte, mantenere intatta la propria coscienza.
La sua domenica ideale?
Al mare d’estate, oppure in campagna con tutta la famiglia e gli amici.
Sport praticati?
Nuoto e yoga i più assidui, poi bici e jogging.
Il suo podio fra gli sportivi di ogni epoca?
Diego Armando Maradona, Federica Pellegrini, Pietro Mennea.
Pensiero sull’Italia fuori dai Mondiali?
Una nazione che preclude le attività sportive ai ragazzini perché non vaccinati si merita di non partecipare ai Mondiali. In questi due anni di pandemia è emersa tutta la pochezza di chi ha in mano il futuro dei nostri figli. Nello sport come nella scuola.
I tre film più belli?
L’avvocato del diavolo, I soliti ignoti, Quo vado.
E i tre libri?
Direi i tre autori, prediligo i latino americani. Quindi Luis Sepulveda, Gabriel Garcia Marquez, Pablo Neruda.
Il riassunto della sua infanzia?
Un calcio alla noia tutti i giorni, mai fermi. Mille giochi tutti per strada, la mamma a svenarsi dal balcone implorando di rientrare in casa per cena. Mi mette tanta tristezza oggi vedere ragazzini rinchiusi in casa ammorbati su smartphone, tablet e playstation…
ROTTA DI NAVIGAZIONE:
LA RIVISTA DI APRILE DI MG DA CUI ABBIAMO ESTRATTO QUESTA INTERVISTA