Il rasaerba-robot? Tanti pregi e qualche aspetto da rivedere. Roberto Dose, il presidente di Assogreen, ha una sua idea precisa. Assogreen scava a fondo, come sempre. Il rasaerba-robot? Tanti pregi e qualche aspetto da rivedere. Roberto Dose, il presidente,ha una sua idea precisa. “I rasaerba-robot avranno un grande futuro, l’esigenza di avere un prato sempre a posto senza dedicargli tempo ed energia è particolarmente sentita dal cliente. Anche le grandi aziende lo sanno bene, per questo nella macchina stanno investendo sempre di più. Difficile ora come ora prevedere se il robot toglierà quote più al tosaerba o più al trattorino. Molto dipenderà dall’affidabilità del prodotto. Qualche piccolo problema c’è stato, sul campo le difficoltà sono superiori a quelle create durante i vari test. Ogni giardino è diverso dall’altro. Ci sono le pendenze, le aiuole, altre anomalie di cui tener conto di volta in volta. Difficile che un prodotto possa andar bene dappertutto. Attenzione, perché probabilmente l’acquirente tende a pensare troppo facilmente che il robot risolva del tutto ogni tipo di problema. Questa convinzione va un po’ sfatata. Un minimo di manutenzione e di cura sono necessari. Almeno una volta all’anno il tagliando va fatto, le batterie non hanno vita eterna e vanno cambiate. Non vorrei si pensasse che col robot si risolvano in un attimo i problemi del giardino e la questione-costi.
Lo specializzato – continua Dose – potrà lavorare bene con questa macchina, almeno finché ci sarà la necessità di realizzare un impianto visto che molti modelli necessitano dell’installazione. Spesso nel giardino va perimetrata l’area entro cui deve operare, bisogna posizionare un filo in superficie o leggermente in profondità, sistemare i collegamenti fra alimentazione e il trasmettitore. Ci vuole quindi chi installa l’impianto. O il rivenditore o una persona specializzata. Importante, perché questo passaggio evita che il robot non venga venduto anche dalla Grande Distribuzione come invece accade coi robot-aspirapolvere, che dell’installazione non hanno bisogno. Se un giorno installazione e manutenzione dovessero venire a mancare, il rischio è quello che la macchina si allarghi anche ad altri canali.
Certi robot ad esempio, grazie ai sensori, già adesso non hanno bisogno di installazione. Se il robot farà breccia anche nella manutenzione di aree estese? Le macchine grandi iniziano già ad esserci e a lavorare, vedi i campi da calcio. Un parco pubblico? La situazione sarebbe diversa, a quel punto bisognerebbe davvero cambiare cultura.
Per il momento – conclude Dose – vedo la macchina una soluzione più che altro per il privato o per le strutture sportive, dove non c’è pubblico. Difficile che il robot possa trasferirsi in un parco, vissuto dai cittadini e spesso pieno di bambini. Di sicuro una fetta di mercato il robot la conquisterà, anche se è dura prevedere chi ne soffrirà di più. Magari il trattorino, se ne facciamo una questione di costi. Teniamo conto però che in Italia ci sono molti piccoli giardini. E per quelli da 3-400 metri quadrati basta un buon rasaerba“.
Gennaio 2012
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