I dati sulle immatricolazioni nel 2012 indicano un netto calo delle vendite per tutte le tipologie di macchine. Con un totale di 19.343 unità immatricolate il mercato delle trattrici chiude il 2012 con il suo peggior risultato storico. Mai nelle statistiche dell’associazione costruttori FederUnacoma – che partono dal 1954 – le vendite di trattrici si sono attestate su quantitativi così bassi, e lo stesso dicasi per le mietitrebbiatrici (389 unità vendute nel 2012, il numero più basso mai registrato) e per le trattrici con pianale di carico (motoagricole) che si fermano a quota 1.135 unità, il secondo peggior dato dopo quello di 865 unità avutosi nel lontano 1961.
In termini percentuali le immatricolazioni segnano, nel 2012, un calo del 17,4% per le trattrici, del 5,4% per le mietitrebbiatrici, del 26,3% per le trattrici con pianale di carico e del 12% per i rimorchi. La situazione del mercato italiano – che dal 2005 registra un calo pressoché costante delle immatricolazioni dovuto in parte alla ristrutturazione del settore primario con le riforme della Pac, in parte alla debolezza economica del Paese che rende più difficili gli investimenti per i beni strumentali e le nuove tecnologie – risulta ancora più preoccupante se comparata con l’andamento del settore nel resto d’Europa.
Dopo aver chiuso il 2011 con una crescita complessiva delle trattrici pari al 12% (122 mila unità immatricolate), il mercato europeo dovrebbe infatti confermare nel consuntivo 2012 gli stessi livelli di vendite, con incrementi significativi in quei Paesi che per importanza e tradizione agricola sono comparabili con l’Italia: la Francia registra un aumento delle immatricolazioni di trattrici nel 2012 pari al 12% (dopo aver messo a segno una crescita del 22% nel 2011) e la Germania registra a fine dicembre un attivo dello 0,8% (dopo l’incremento formidabile avuto nel 2011 con +26%).
“Già dall’estate scorsa avevamo il sentore che il mercato nazionale potesse scendere a fine anno sotto la soglia delle 20 mila trattrici – commenta il Presidente di FederUnacoma Massimo Goldoni – perché l’economia è debole e mancano strumenti specifici d’incentivazione per l’acquisto delle macchine, eccezione fatta per i PSR, i Piani di sviluppo rurale che sono però ancora sottoutilizzati e nei quali la meccanizzazione agricola è solo una delle tante voci finanziabili”.
“Come Federazione abbiamo già elaborato una ‘strategia d’attacco’ per sostenere il settore – spiega Goldoni – ma fino all’insediamento del prossimo Esecutivo, dopo le elezioni, sarà impossibile negoziare con il Governo per inserire la meccanizzazione agricola nella nuova agenda politica”.
“Siamo davvero in emergenza – conclude Goldoni – perché questi livelli di mercato indeboliscono il sistema agricolo in un momento nel quale l’economia primaria è chiamata a competere sui mercati internazionali e più che mai necessita di tecnologie adeguate, e nello stesso tempo mettono in crisi le industrie della meccanizzazione agricola, soprattutto quelle che operano prevalentemente sul mercato italiano e che non possono compensare con le esportazioni il crollo delle vendite interne”.
Solo grazie alle esportazioni, in effetti, l’industria italiana riesce a mantenere buoni livelli produttivi. Gli ultimi dati Istat sul commercio estero, relativi ai primi nove mesi del 2012, indicano una crescita dell’export del 15% per le trattrici (per un valore di 1,206 miliardi di euro, in ragione di 50.515 macchine esportate contro le 45.211 dello stesso periodo 2011), e del 7,7% per le altre tipologie di macchine ed attrezzature agricole (per un valore di 2,102 miliardi di euro).
22 gennaio 2013
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