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Intervista a Maria Teresa Maschio, Presidente Federunacoma

21 Ottobre 2024

Una produzione più elastica, visti i cambiamenti climatici e confini sempre più sottili fra agricoltura e mondo del verde. Ma non solo. La presidente di FederUnacoma a tutto campo, sul tavolo i grandi temi della prossima Eima. 

Orizzonti vari, perchè l’Eima abbraccerà tutto il mondo. Come sempre. Grandi questioni, ma non solo, nei cinque giorni di Bologna. Senza respiro, da mercoledì a domenica. Dal 6 al 10 novembre. Quando l’orologio di Maria Teresa Maschio correrà sempre troppo veloce. Il conto alla rovescia per la nuova presidente di FederUnacoma è cominciato da un bel po’. Adesso non resta che tagliare il nastro.

Presidente, come se l’immagina la sua prima Eima da presidente?

Quando partecipi all’EIMA da espositore il lavoro è molto impegnativo, ma è tutto centrato sul marketing e sul business della tua impresa e del tuo comparto merceologico. Quando vivi un’EIMA da presidente devi “cambiare pelle”, perché hai il compito di rappresentare tutte le imprese e occuparti di tutti i comparti. Il lavoro in fiera sarà fitto di incontri con organismi istituzionali, con gli enti che rappresentano le filiere agro-industriali, con rappresentanti del governo e del mondo politico e con delegazioni estere. Si tratta di passare rapidamente da un tema all’altro avendo ben presenti tutti i dossier che riguardano il nostro settore. Insomma immagino giornate molto piene, in cui bisogna restare concentrati dall’alba al tramonto….

La sua primissima Eima da visitatrice e da espositrice? Ricordi particolari? 

Fino ai primi anni Duemila l’EIMA era una rassegna dall’aspetto un po’ severo, che prevedeva allestimenti minimali, senza scenografie e con semplici cartelli di illustrazione dei prodotti, azienda per azienda. Era una fiera molto interessante, che guardava però solo al target specifico degli agricoltori e dei rivenditori, e che concedeva poco alla comunicazione. Oggi è un trionfo di stand, di colori, di idee per valorizzare i brand, il loro posizionamento, i loro tratti distintivi. Insomma quando penso alla mia prima EIMA ricordo soprattutto un “paesaggio” più omogeneo e un po’ monotono se paragonato a quello odierno.

Come vivrà personalmente la fiera? La sua agenda?

Avremo autorità politiche alla cerimonia di inaugurazione, avremo credo esponenti del Governo e conto molto sulla partecipazione del Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida che ha grande considerazione per questa rassegna e che la considera giustamente l’evento simbolo dell’agricoltura moderna. Ma avremo anche delegazioni di parlamentari italiani ed europei, e rappresentanti ad alto livello di Paesi esteri. 

Con ciascuno di questi interlocutori dobbiamo affrontare temi specifici, come il sistema di aiuti pubblici per la meccanizzazione innovativa, lo stato della ricerca, le nuove politiche nazionali e comunitarie, la formazione per coloro che operano nella filiera agromeccanica, la cooperazione con i Paesi emergenti.

Fra uno stand e l’altro su cosa si concentrerà in particolare?

Come costruttore di seminatrici, rotopresse e macchine per la lavorazione del terreno, avrò una particolare curiosità per le innovazioni tecnologiche in questo segmento, ma avrò attenzione massima per tutte le tipologie di mezzi, e per i dispositivi elettronici avanzati, che si applicano su ogni tipo di macchina e che riguardano in modo orizzontale tutti i settori in cui si articola la rassegna. Molto interesse avrò per il Salone del giardinaggio EIMA Green, perché è quello che si rivolge ad una platea non solo di professionisti ma anche di hobbisti e appassionati, e che parlando di cura delle piante e dei giardini parla anche di bellezza e di qualità della vita.

La prima certezza, prima ancora di cominciare l’Eima, qual è?

Che tutti hanno lavorato al massimo dell’impegno. La struttura FederUnacoma ha un’esperienza unica e impareggiabile nella gestione di eventi fieristici, e in quello che fa riesce a mettere non soltanto competenza ma anche passione. I risultati credo si vedano….

Quale sarà il grado di innovazione della fiera?

Le novità saranno come sempre moltissime, perché le case costruttrici scelgono l’EIMA per presentare le anteprime di gamma, per partecipare al concorso-mostra Novità Tecniche, per descrivere i programmi di ricerca e sviluppo che hanno intrapreso e che consentiranno nel breve e medio periodo ulteriori progressi nel campo delle tecnologie agricole. Certamente le soluzioni per l’agricoltura di precisione, le tecnologie digitali avanzate, e le applicazioni dell’intelligenza artificiale saranno al centro dell’attenzione. Robotizzazione e automazione saranno protagoniste nel Salone del giardinaggio, per rafforzare un segmento di mercato che già da anni risulta in forte crescita, ma saranno presenti anche su macchine più grandi adibite a lavorazioni complesse che potranno essere radiocomandate e che potranno avranno avere alimentazioni ibride o full-electric.

E di internazionalizzazione?

EIMA è forse l’esposizione di settore più internazionale, se consideriamo le 600 case costruttrici estere da 50 Paesi, e se consideriamo i visitatori esteri (57 mila nella scorsa edizione) provenienti da 150 Paesi. Le delegazioni ufficiali organizzate in collaborazione con l’Agenzia ICE provengono da 80 Paesi, e notevole sarà la partecipazione di rappresentanti governativi e diplomatici.

Quali mercati in particolare stanno guardando verso l’Italia?

L’industria italiana è storicamente molto presente negli Stati Uniti, in Francia e in Germania. Poi è presente in quasi tutti gli altri Paesi con quote più o meno consistenti. Negli ultimi anni, però, la geografia dei mercati si va evolvendo, perché l’agricoltura cresce nei Paesi emergenti e in tutte quelle realtà che registrano forti incrementi demografici. A parte l’India e la Cina, che sono ormai da anni i Paesi con la più alta domanda di macchinario agricolo, ci sono mercati promettenti come quelli dell’Australia, dell’Argentina, del Brasile, dell’Indonesia, del Vietnam, della Turchia ed altri, che richiedono tecnologie efficienti. Nel settore del giardinaggio, la domanda si concentra soprattutto nei Paesi occidentali, ma ha prospettive di crescita anche in altre aree, come quelle dell’Europa orientale, dei Paesi arabi, e nei contesti metropolitani, visto che le grandi città sono in continuo sviluppo e richiedono aree verdi sempre più integrate nel paesaggio urbano.

Che peso specifico avranno i due padiglioni dedicati al giardinaggio? 

Al giardinaggio sono dedicati i padiglioni 33 e 34 che ospiteranno oltre 200 case costruttrici, 88 delle quali estere, impegnando un totale di 10.400 metri quadrati. All’esposizione statica si aggiungerà lo spazio all’aperto di Garden E-motion, dedicato alle prove dei mezzi meccanici, che verranno mostrati in azione dinnanzi ad un pubblico composto da operatori tecnici e insieme da hobbisti e appassionati.

Quale sarà a lungo andare nel mondo del verde l’equilibrio fra macchine a scoppio e a batteria?

Le macchine a batteria stanno incrementando, da quindici anni a questa parte, la loro quota di mercato. I primi ad affacciarsi sul mercato sono stati i robot tosaerba, ma oggi una vasta gamma di prodotti per la manutenzione del verde è alimentati a batteria. Non solo rasaerba tradizionali e decespugliatori, ma anche soffiatori, tagliasiepi e biotrituratori, fino ad arrivare a macchine più grandi come trattorini e rider. I modelli a batteria sono solitamente più leggeri e maneggevoli, mentre quelli con motore a scoppio sono più potenti e adatti a lavorazioni professionali. I costruttori studiano costantemente soluzioni che possano consentire un utilizzo prolungato delle batterie anche ad alte potenze; quindi, tutto dipenderà dagli sviluppi tecnologici che caratterizzeranno i prossimi anni.

Dove sono concentrati in particolare i margini di crescita nel giardinaggio?

Il settore delle macchine e delle attrezzature per il giardinaggio copre una vasta gamma di impieghi, che spaziano dall’impiantistica sportiva alla manutenzione del verde urbano, sino all’architettura del verde. Senza ovviamente dimenticare le tecnologie e i sistemi per l’irrigazione, chiamati a svolgere un ruolo di primo piano in un contesto sempre più condizionato dagli effetti del cambiamento climatico. Ciascuno di questi segmenti di mercato presenta potenzialità di crescita davvero significative, anche in considerazione del fatto che oggi il verde non è più un elemento accessorio ma un fattore che definisce la qualità delle nostre vite.

Che 2025 deve aspettarsi il rivenditore di macchine da giardino?

È immaginabile che cresca il divario tra chi cerca prodotti di primo prezzo e chi ricerca la qualità e l’affidabilità. Il rivenditore deve aspettarsi un cliente sempre più consapevole, che si documenta, cerca, studia e arriva in negozio preparato. Ma, soprattutto, un cliente che ricerca la qualità di un prodotto affidabile e un servizio post vendita che lo accompagni nel suo percorso. E questo è anche il messaggio che la rete vendita deve comunicare con forza per promuovere prodotti sicuri, certificati, adeguati alle normative vigenti e rispettosi dell’ambiente.

In generale, come sta cambiando il mercato globale?

Sempre di più ci accorgiamo che il settore è condizionato dalle variabili meteorologiche. Il cambiamento climatico in atto sta modificando in parte i cicli vegetativi, e assistiamo sempre di più a periodi siccitosi o a fenomeni atmosferici estremi che rendono difficili le lavorazioni. La domanda di tecnologie, insomma, è soggetta ad alti e bassi spesso imprevedibili, e questo porterà probabilmente ad una nuova flessibilità nel sistema di produzione e distribuzione dei macchinari.

A lungo andare i mondi dell’agricoltura e del verde saranno più lontani o più vicini?

Penso saranno più vicini, perché accanto all’agricoltura tradizionale si svilupperà un’agricoltura “parallela” nelle aree periurbane ed anche nelle aree verdi interne alla città, e si svilupperanno forme di agricoltura hobbistica part time, oltre a tutte le attività di manutenzione che richiedono macchinari di tipo agricolo. Insomma, il confine tra agricoltura e gardening tende ad assottigliarsi e per questo anche l’industria si orienterà verso la produzione di nuove gamme e di modelli con maggiore flessibilità d’impiego.

I tre aggettivi per definire EIMA?

Sconfinata, accogliente, magica….

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