Nei primi cinque mesi dell’anno il mercato nazionale delle macchine agricole ha avuto un andamento a due velocità, caratterizzato da una contrazione delle vendite di trattrici e rimorchi, e da un incremento delle mietitrebbie, delle trattrici con pianale di carico e dei sollevatori telescopici.
È quanto emerge dai dati relativi alle immatricolazioni, elaborati da FederUnacoma sulla base delle registrazioni del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e presentati in occasione dell’Assemblea generale della Federazione.
Rispetto allo stesso periodo del 2022, le rilevazioni indicano una flessione delle vendite di trattrici pari al 9% (in ragione di 8.354 unità immatricolate) e un calo più contenuto per i rimorchi (-4,7% in ragione di 3.334 mezzi immatricolati).
Bilancio più positivo, invece, per le altre tipologie di macchine, che chiudono i cinque mesi in crescita rispetto al 2022.
Tra gennaio e maggio le immatricolazioni di mietitrebbie incrementano del 25,8% in ragione di 166 unità, mentre le trattrici con pianale di carico e i sollevatori telescopici segnano rispettivamente +13,1% e +18,1% con 268 e 555 mezzi venduti.
La contrazione delle vendite di trattrici, che si era già registrata nel 2022 dopo le straordinarie performance del 2021 – spiega la Federazione dei costruttori – è dovuta al ritardo nell’erogazione dei fondi PNRR, e questo rallenta il processo di sostituzione del parco macchine con tecnologie di nuova generazione.
A questo proposito – sostiene il Presidente di FederUnacoma Alessandro Malavolti – un dato allarmante resta quello relativo alla vendita di macchine usate.
Lo scorso anno, a fronte di 20.200 trattrici di nuova immatricolazione, le compravendite dei mezzi d’occasione hanno superato la soglia delle 51.400 unità, il massimo di sempre nel nostro Paese.
I dati riferiti al totale delle vendite di trattori (nuovo e usato) indicano dunque che la domanda di tecnologie per l’agricoltura è ancora su livelli elevati – osserva Malavolti – ma che una quota consistente viene soddisfatta attraverso gli acquisti di macchine di seconda o terza mano, obsolete e inadatte a garantire quegli standard di produttività, di compatibilità ambientale e di sicurezza richiesti dall’agricoltura moderna.
Per l’economia agricola italiana l’innovazione tecnologica rappresenta una priorità assoluta, ma sulla capacità d’investimento pesa tuttora l’andamento sfavorevole dei redditi agricoli.
La piena modernizzazione della nostra agricoltura richiede, a partire dai fondi PNRR, un efficiente e organico sistema di incentivi – conclude Malavolti – che agevoli l’acquisto di macchinari di ultima generazione e che permetta al settore di compiere il necessario salto di qualità.