Un Maestro cinese scriveva: “Parlavo con gli alberi, con i fiori, con l’erba, con l’acqua, ed essi mi capivano, perché parlavo il linguaggio del cuore”.
Gli ingredienti caratteristici della tradizione del giardino giapponese si collocano nella filosofia, nella scienza, oppure in entrambi? La domanda è ricorrente, e mai banale, ogni qual volta entriamo in contatto con uno spazio verde progettato dai maestri orientali.
La storia del giardino in Giappone è molto antica, e a differenza del giardino di stile europeo, come quello alla francese o all’italiana, subisce pochi cambiamenti di stile e di scopo.
Il giardino giapponese fa il suo ingresso in Gran Bretagna già ai primi del Novecento. Ed entra esclusivamente in residenze nobili di altri Paesi, tra i quali l’Italia, con la funzione di creare spazi segreti, nei quali il proprietario e i suoi ospiti potessero beneficiare di un silenzio contemplativo o dell’ascolto di suoni “terapeutici”, magari sorseggiando una tradizionale tazza di tè.
Bambù, ciliegi, sofore, aceri, rododendri e azalee sono solo alcuni degli esemplari che ricreavano paesaggi in miniatura, uniti da semplici, ma “magici “, elementi.
Il modello del giardino giapponese integra, con le piante, vasche o ruscelli d’acqua, o in loro assenza sabbia o ghiaietto, rastrellato solo da maestri d’arte. Non mancano una panchina e un’opera in pietra, modellate da artigiani, e completate da un ponticello o passerella, per creare il passaggio ideale dal mondo fisico a quello spirituale.
Gli effetti che un giardino giapponese riesce a creare, sia in ambito privato, che all’interno di un parco pubblico, rispondono ai desideri di tutti noi: armonia e libertà della mente, che vengono spesso sollecitate dagli stress e dalla continua ricerca di soluzioni. Sono spazi, anche di piccole dimensioni, capaci di farci meditare, o semplicemente contemplare, composti da pochi materiali, rigorosamente naturali.
L’acqua-simbolo della vita, la roccia-simbolo di longevità, l’albero-simbolo di bellezza e congiunzione con la natura si fondono in un equilibrio ed una armonia dove nessun elemento prevale sugli altri.
Giardino giapponese: il corso
Questa architettura di spazi verdi, e la sua funzione spirituale, sono i fattori che hanno suggerito alla Scuola Agraria del Parco di Monza ripropone un nuovo corso e un ciclo di seminari di studio, con esperti di giardino giapponese.
Questo mondo orientale, per noi misterioso, ma ricco di fascino, potrà essere conosciuto e approfondito attraverso alcune proposte didattiche, tra le quali un corso formativo di “Tecniche di base con specializzazione in giardini giapponesi“, della durata di 150 ore.
Questa nuova proposta didattica avrà inizio il 22 novembre 2022. L’iniziativa è stata resa possibile anche grazie all’utilizzo delle risorse del programma regionale denominato GOL, parte attiva delle politiche del lavoro della Lombardia.
Ai professionisti – architetti, agronomi e giardinieri – si propone anche un interessantissimo ciclo di conferenze che avrà inizio a novembre 2022 e si concluderà con un workshop di valenza internazionale. Si annuncia la presenza di:
- Julie Moir Messervy-paesaggista e imprenditrice, dall’America il tema “Creare giardini e vite di Bellezza e Significato”
- Mark Peter Keane, Garden designer e artista, dall’America il tema “Il Karesansui contemporaneo”
- Tomoki Kato, Presidente della Heyakato Landscape di Tokio, dal Giappone il tema “Le tecniche compositive del Sakuteiki applicate al Giardino Giapponese”
- Sakimine Masui, giardiniere professionale e architetto paesaggista, dal Giappone sul tema “Keshiki: la vista di interesse nel giardino”
- Sataru Tabata, Green designer e progettista di giardini, dal Giappone il tema “Lo stile ENZO”
- Francesco Merlo, già docente universitario, esperto in progettazione e restauro di giardini giapponesi, dall’Italia il tema “Miegakure: scoprire progressivamente…”