A causa dei rincari incontrollabili, le aziende florovivaistiche italiane, rischiano di chiudere e di licenziare i propri dipendenti. Oggi le aziende sono al bivio, si chiedono se continuare a produrre rischiando il fallimento oppure fermarsi e sospendere la produzione.
Non c’è più tempo, la situazione è gravissima: ogni mese in più che trascorre porta le aziende a erodere i propri risparmi per pagare le bollette di luce e gas.
“Chiediamo alle istituzioni di intervenire nell’immediato, una soluzione concreta agli aumenti insostenibili deve essere trovata. Il nostro non è solo un grido di allarme, ma una necessità a intervenire subito. La floricoltura in serra è tra le filiere produttive che più risentono dell’incremento dei costi energetici, già duramente provata dal lockdown causato dal Covid e dalle conseguenze sui mercati del conflitto Russia-Ucraina”. Con queste parole Nada Forbici, presidente di Assofloro, fa conoscere la situazione in cui sono venute a trovarsi le aziende florovivaistiche italiane.
I NUMERI
Ecco nel dettaglio i dati riguardanti i rincari subiti dalle imprese del comparto florovivaistico.
Per l’energia elettrica l’aumento medio riscontrato a gennaio 2022 rispetto allo stesso mese 2021 è del 35%, mentre nel periodo luglio 2021/2022 è del 97%.
Numeri altrettanto negativi per il gasolio: si è registrato un +45% nel periodo gennaio 2021/2022 e un +80% nel periodo marzo 2021/2022.
Ma i dati che più fanno riflettere sono quelli relativi al metano: +653% da gennaio 2021 a gennaio 2022, +694% nel periodo giugno 2021/2022 e +1212% a luglio 2022 rispetto a luglio 2021.
L’analisi dei numeri è piuttosto immediata: ai già consistenti aumenti verificatisi all’inizio del 2022 rispetto, negli ultimi mesi, in particolare in quelli estivi, l’impennata dei prezzi è stata irrefrenabile.
LE SPECIFICITÀ DEL SETTORE
La floricoltura in serra è un settore fortemente legato alla stagionalità con tempi e dinamiche specifici. Non è possibile rinviare la produzione, come accade in altri comparti: per crescere le piante hanno bisogno di un determinato tempo e, per le varietà legate a una stagione, il rischio è quello di saltare totalmente il ciclo produttivo annuale.
I rincari energetici si aggiungono agli aumenti che hanno colpito nell’ultimo anno le materie prime necessarie a produrre, dalla vasetteria alla torba, e chiaramente vanno oltre la produzione in sé, riguardando anche la distribuzione e i trasporti. È una situazione, insomma, che incide negativamente anche sulla programmazione delle future produzioni, produzioni che, proprio per le peculiarità del settore, non si possono poi accelerare a emergenza rientrata.
L’APPELLO DI ASSOFLORO
“Dai dati raccolti, è ben chiaro che la situazione è gravissima ed è necessario agire subito cercando di fare risparmiare liquidità finanziaria alle imprese – spiega Nada Forbici – Se gli interventi non saranno tempestivi, tante aziende del settore rischieranno seriamente di morire. Un valido aiuto per il settore è stata la decontribuzione per i dipendenti e per i datori di lavoro nel periodo del lockdown, come la moratoria dei mutui. Questa soluzione potrebbe essere un immediato risparmio di liquidità per le imprese, in attesa dell’applicazione dei crediti di imposta e di poter tornare a investire anche in energia rinnovabile. Perché oggi la spesa folle delle bollette sta fungendo da detrattore agli investimenti per le aziende proprio per il consumo dei risparmi, nonostante i contributi, nella speranza di tornare presto alla normalità”.