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Paysandisia archon, il castnide delle palme

5 Dicembre 2011

I danni possono essere significativi su Chamaerops e Trachycarpus perché infestazioni particolarmente gravi portano a morte anche tutti gli stipiti di una pianta. Il 24 novembre 2011 presso la sala civica Castellani di Gargnano (BS) si è svolto un importante incontro tecnico inerente le “Nuove problematiche delle piante ornamentali”, organizzato dall’Associazione Florovivaisti Bresciani in collaborazione con ERSAF, Servizio Fitosanitario Regione Lombardia, Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali Brescia. Questo incontro ha focalizzato l’attenzione sugli aspetti fitosanitari connessi all’introduzione, sul territorio nazionale, di insetti e malattie fungine di provenienza extra europea, in particolare dall’Asia e dal continente sud-americano.

Il tavolo di discussione è risultato composto da relatori provenienti dalle Regioni Lombardia e Veneto, dall’Università dell’Insubria e dal laboratorio del servizio fitosanitario della Fondazione Minoprio. Le imprese del verde bresciane, presenti in sala, hanno animato il dibattito conclusivo, fornendo la piena disponibilità a collaborare con il Servizio Fitosanitario Regionale nella prevenzione e lotta ai nuovi “nemici” del verde, sia esso pubblico o privato.

Per l’apertura dei lavori ed il benvenuto ai partecipanti sono intervenuti Nada Forbici, presidente dell’Associazione Florovivaisti Bresciani, il dott. Zagari e il dott. Cavagna del Servizio Fitosanitario Regione Lombardia ed il dott. Bara, presidente O.D.A.F. Brescia.

Al dott. Cerabolini, dell’Università dell’Insubria, il compito di iniziare il workshop, illustrando con una panoramica a livello “globale” le piante esotiche invadenti e l’alterazione di queste a livello di ecosistema. Il dott. Tantardini, della Fondazione Minoprio, laboratorio del servizio fitosanitario, ha presentato le malattie fungine di recente o possibile introduzione nel nostro territorio, dannose per le piante ornamentali e forestali.

Al dott. Boriani, il compito di entrare nello specifico del tema dell’incontro, catturando l’attenzione dei presenti nella presentazione del castnide delle palme (Paysandisia archon), descrivendone la morfologia, biologia ed etologia. Un accenno, d’obbligo data la risonanza a livello nazionale, ha riguardato il famigerato Punteruolo rosso (Rynchophorus ferrugineus).

Il dott. Bazzoli, ERSAF Regione Lombardia, ha illustrato alla platea le attività di monitoraggio attualmente in atto per la prevenzione e controllo della Paysandisia a livello territoriale. Infine, al dott Zampini, Servizio Fitosanitario Regione Veneto, la conclusione del dibattito esponendo le attività che il Servizio Fitosanitario Veneto ha messo in atto per il monitoraggio degli organismi nocivi delle palme (Paysandisia e Rynchophorus ferrugineus).

CONOSCERE LA PAYSANDISIA

La Paysandisia archon è un insetto che, proveniente dall’Argentina e dall’Uruguay è arrivato in Europa grazie al commercio di palme (Trithinax sp.) e da alcuni anni è presente anche in Italia. Negli adulti, le ali anteriori sono di color marrone olivastro mentre quelle posteriori sono rosse con macchie irregolari bianche e nere ed a causa delle notevoli dimensioni, durante il volo, il battito delle ali è udibile distintamente.

La Paysandisia in Italia infesta principalmente Chamaerops humilis e Trachycarpus fortunei, secondariamente vengono infestati esemplari di Phoenix canariensis. Il castnide è meno frequente su altre specie di palme. Le uova sono deposte isolate sulle foglie o sugli stipidi (il fusto non ramificato con una rosetta di foglie all’apice -Palme-), a volte alcune uova sono deposte vicine tra loro, molto raramente a contatto.

Le larve di questo insetto si nutrono dei tessuti vegetali delle palme scavando gallerie all’interno del fusto e dei piccioli fogliari, dai quali fuoriesce della rosura di colore marrone scuro. I bruchi vivono aprendosi la strada fra le basi dei piccioli fogliari di Chamaerops e Trachycarpus e, eventualmente, scavando brevi gallerie negli stipiti.

Quando infestano le Phoenix canariensis, i bruchi scavano tunnel di circa 60 cm. di lunghezza, senza comprometterne la vitalità se le piante sono adulte. Tali tunnel sono piuttosto liberi dai residui dello scavo e dell’alimentazione che le larve scaricano all’esterno attraverso appositi varchi. I bruchi, specialmente durante le ultime età larvali, scavano i loro tunnel entrando ed uscendo dalla pianta ospite. Diventate mature, le larve, partendo dallo sbocco di una galleria, ne tappezzano di seta un lungo tratto per poi tessere un bozzolo al riparo della pianta.

La crisalide, in procinto dello sfarfallamento, percorre il tratto tappezzato di seta e raggiunge lo sbocco della galleria. Dopo lo sfarfallamento, le esuvie (rivestimento esterno dell’insetto che viene sostituito ed abbandonato in seguito alla muta) della crisalide restano a lungo sulla pianta e sono utili per identificare facilmente il fitofago (in particolare sulle Phoenix canariensis). I danni possono essere significativi su Chamaerops e Trachycarpus perché infestazioni particolarmente gravi portano a morte anche tutti gli stipiti di una pianta.

Dicembre 2011

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