Dopo la Società Italiana di Arboricoltura (ne abbiamo parlato in un precedente articolo) anche l’Associazione Arboricoltori si schiera contro l’applicazione dell’art. 16 all’interno del disegno di legge n.2009, conosciuta come legge sul florovivaismo.
L’associazione che raggruppa i professionisti operanti nel settore dell’arboricoltura, vuole continuare a difendere gli obiettivi del proprio statuto che sono quelli di curare e conservare gli alberi al fine di preservare, abbellire e migliorare l’ambiente di vita dell’uomo.
Per questo motivo, ancora una volta, sottolinea la necessità dell’operato da parte di seri e qualificati professionisti del settore.
Operato che purtroppo rischia di essere messo da parte per far spazio ad intenzioni che sono lodevoli ma non qualificate. In pratica, l’art.16 all’interno del Ddl n.2009 apre la possibilità a comuni cittadini, che offrono tempo e risorse al volontariato, di occuparsi della manutenzione del verde urbano e rurale.
In merito, la nostra posizione, come spiega il presidente dell’associazione, Andrea Trentini, non vuole affatto essere punitiva nei confronti del volontariato: “Consci dell’importanza del volontariato su cui si basa anche la cultura del nostro Paese, pensiamo che con l’applicazione dell’art. 16 , all’interno del Disegno di legge n.2009 “disposizioni per la disciplina, la promozione e la valorizzazione delle attività del settore florovivaistico”, ci sia il reale rischio di fare un salto indietro negli anni in fatto di cura del verde urbano“.
“Far accedere a questa manutenzione persone volenterose ma non tecnicamente preparate e formate – continua Andrea Trentini – vuol dire lasciar spazio all’improvvisazione e a danni irreversibili“.
Eppure l’art.16 così recita: “I comuni possono adottare misure volte a favorire la partecipazione volontaria di associazioni di cittadini alla cura del verde urbano o rurale, su loro specifica istanza. A tale fine con propri atti i comuni provvedono a semplificare le disposizioni che consentono l’accesso alle attività di cui al precedente periodo, individuandone forme di regolamentazione e limiti”.
“Questa possibilità inoltre – sottolinea il presidente Trentini – apre scenari inquietanti anche sul tema della sicurezza sul lavoro, questione prioritaria per noi. Lavorare sugli alberi comporta rischi considerevoli che si possono prevenire solo attraverso una lunga e rigorosa formazione. Anche per questo come Associazione Arboricoltori ci impegniamo da tempo per raggiungere un riconoscimento professionale e l’art. 16 così concepito rischia di azzerare i passi da noi fin qui fatti“.
L’articolo in questione, dovrebbe essere interpretato nel senso di riservare al volontariato attività meramente esecutive nell’ambito della salvaguardia del decoro urbano, escludendo la facoltà di eseguire prestazioni che implichino una formazione professionale specifica, di conseguenza non può essere inserito all’interno di un articolato di una Legge dedicata al settore.
L’Associazione Arboricoltori si dichiara, peraltro, assolutamente favorevole alla partecipazione dei cittadini in materia di conoscenza e approfondimento dei temi che come professionisti vengono affrontati quotidianamente.
“Nostro scopo, come associazione – concludono gli arboricoltori in una nota -, è anche quello di divulgare la corretta cura e valorizzazione del verde urbano e il nostro pubblico ideale è costituito proprio dalla società civile. Tuttavia la partecipazione di quest’ultima in modo operativo rischia di trasformarsi in un danno , anche di carattere economico. Come professionisti del settore ma anche come cittadini coscienziosi, chiediamo l’abrogazione dell’art. 16 che se applicato, rischierà di accrescere pratiche approssimative nel settore del verde ornamentale“.