Per colpa della cimice asiatica gli agricoltori hanno subìto nel 2019 danni per oltre 500 milioni di euro; un 20-25% della produzione, con picchi anche del 40%, come in Emilia Romagna, dove si è verificata una delle invasioni più aggressive.
Pere, pesche, nettarine, mele, albicocche, kiwi, ma anche fagioli, soia, uva, mais, ciliegie, lamponi e girasoli. Un vero disastro per il comparto ortofrutticolo.
La speranza, però, oggi viene dalla provincia di Brescia, dove alla Ambrogio Vivai di Leno è stato messo a punto un efficace ritrovato biologico (la normativa europea, ricordiamo, vieta l’utilizzo di disinfestanti chimici, banditi dall’Efsa, l’autorità per la sicurezza alimentare ed anche di introdurre in Europa insetti non autoctoni, Ue maggio 1992).
Il titolare Giovanni Ambrogio, che ama definirsi “un contadinaccio” ed è anche un appassionato ricercatore (ha ricevuto l’Oscar italiano della Botanica nel 1978 e l’attestato di “Artefici del lavoro italiani nel mondo”), ha sperimentato per due anni e con successo una miscela di estratti da una decina di piante che egli solo – unico in Italia – coltiva nei propri vivai e l’ha fatta testare più volte in un Centro di saggio autorizzato a Bologna con ottimi risultati: la pianta attaccata “repelle” e allontana naturalmente l’insetto, sbarazzandosene.
“Sappiamo che in alcune regioni sta per essere introdotta la sperimentazione con la vespa samurai, ma – avverte l’imprenditore – è un salto nel buio, dove la soluzione rischia di essere peggiore del problema. La vespa una volta ambientata potrebbe diventare infestante, attaccare anche specie autoctone ed essere impossibile da eliminare come accaduto con la cozza zebrata.”
“Noi – afferma Ambrogio – pensiamo invece di avere trovato un rimedio naturale all’invasione della cimice asiatica. I benefici del nostro estratto di origine vegetale sono comprovati dalla scienza. Negli ultimi mesi, abbiamo fatto testare diverse volte e validare l’efficacia della nostra soluzione, che è al 100% biologica, in un laboratorio di Bologna. L’abbiamo provata anche sui nostri frutteti e vivai e i risultati sono eccellenti”.
La formula è rigorosamente top secret. Ambrogio specifica solo che “il nostro prodotto agisce con diversi meccanismi; da un lato funge da repellente e, sulle piante, ha un effetto translaminare, riuscendo a penetrare all’interno dei tessuti e diffondendosi attraverso la linfa”.
La domanda per la registrazione del prodotto è già stata avviata, ma i tempi della burocrazia allungano l’attesa, mentre le richieste da parte di agricoltori e coltivatori sono già numerose.
Sono in corso inoltre dei progetti di ricerca sulla qualità della produzione, coordinati da Prof. Maurizio Memo e dal Dr. Andrea Mastinu del DMMT dell’Università di Brescia.
Ambrogio si sta impegnando con tutte le forze per dare un aiuto concreto ad imprenditori agricoli e vivaisti. D’altro canto, il “contadinaccio” è già noto alle cronache per aver brevettato a livello europeo la Catambra (la pianta anti zanzare) e il Gin Pent (pianta anti stress).
“L’obiettivo – conclude Giovanni Ambrogio – è di riuscire a commercializzare la nostra innovativa soluzione, e a lanciarla sul mercato nazionale il prima possibile”.